IL NOME PROPRIO
L’INTITOLAZIONE DELL’I.C. FRATEL ARTURO PAOLI
di Giovanni Testa
La magia di un incontro
Lasciato il mio paese nella popolosa provincia di Napoli, arrivai a Lucca nel settembre 2007 per iniziare la mia avventura di Dirigente Scolastico al I Circolo Didattico, nel centro storico. Dopo qualche anno incontrai il Piccolo fratello del Vangelo, Arturo Paoli, appartenente alla congregazione religiosa ispirata dal santo eremita del deserto Charles de Foucauld. Fratel Arturo aveva trascorso la sua vita tra i poveri del mondo, nelle terre lontane dell’America Latina; era rientrato nella sua città natale, Lucca, ormai ultranovantenne stabilendosi nella canonica di San Martino in Vignale che la Diocesi mise a sua disposizione.
Iniziai a frequentare la “Casa Beato Charles de Foucauld”, godendo di momenti brevi e intensi della sua compagnia. Sebbene quasi centenario, fratel Arturo era ancora una sorgente lucida e incredibile di storie, immagini, emozioni. Le sue parole, colme di silenzio e di dolcezza, accompagnate da gesti lenti e delicati, si posavano come carezze sul visitatore di turno.
Ogni incontro con quel Piccolo fratello mi suscitava una strana e piacevole agitazione, come dinanzi al mistero che a volte la vita pone davanti; ma allo stesso tempo sentivo la sensazione di potermi affidare, come con un amico che si conosce da sempre.
Dai suoi racconti scoprii che fratel Arturo era stato alunno della scuola elementare Pascoli, la più antica della città, che era diventata la sede della mia direzione. Negli archivi della scuola trovai un registro del secondo decennio del Novecento, ben conservato, che conteneva una pagina con il nome di Arturo Paoli, i voti finali e la promozione conseguita. Ne feci una fotocopia e gliela portai; fu contentissimo – e io più di lui – nel vederlo ritornare bambino, mentre raccontava con puntualità dei suoi maestri e compagni di classe. Animato da quei ricordi d’infanzia, accettò l’invito a tornare alla Pascoli; le parole si fecero silenzio quando fratel Arturo si ritrovò nel chiostro a contemplare la magnolia e poi, su per le scale, a camminare per i lunghi e ampi corridoi della scuola. Attraverso i suoi occhi anch’io guardavo quei luoghi ormai abituali, che mi apparivano carichi di emozioni, oltre che di storia. È nato così il libro Sostare nel chiostro – Storia della Scuola Giovanni Pascoli, scritto con la collaborazione del mio amico e architetto Valerio Simini, a cui fratel Arturo contribuì con alcune pagine dense di ricordi e di emozioni. Era il giugno del 2012; ed era l’anno in cui conclusi la mia esperienza alla Pascoli per andare a dirigere,dal 1° Settembre 2012, il neonato Istituto Comprensivo “Lucca 6”.
Intanto, fratel Arturo aveva raggiunto la soglia del secolo e la possibilità di fargli visita si fece più rara.Lo incontrai ancora in qualche momento pubblico prima di dargli l’ultimo saluto nella Cattedrale di San Martino, nel giorno delle sue esequie,il 15 luglio 2015, due giorni dopo la sua morte.
Così, quasi a voler tenere in vita quel legame, mi immersi nella lettura di alcuni suoi libri e della sua ricca biografia – opera di Silvia Pettiti, sua stretta collaboratrice – dalla quale scoprivo una storia umana e religiosa straordinaria, condivisa con i “piccoli” che abitano le periferie di diverse latitudini e continenti. Dalla sua presenza di Piccolo fratello in America Latina sono nati tanti progetti, tra i quali l’associazione A.F.A. in una favela di Foz do Iguaçu, ancora operante a favore di bambini, giovani, donne, poveri.
Pensai che la storia di fratel Arturo, che parlava al cuore e alla mente, era un’eredità e un messaggio che chiedeva di essere raccolto: la pace da coltivare, la giustizia sociale da perseguire, l’accoglienza da praticare, la fiducia nei giovani da custodire, il mondo da “amorizzare” sono valori che potevano e dovevano trovare spazio anche nella nostra scuola, in quanto luogo non solo di istruzione ed educazione, ma anche di bellezza, amicizia, accoglienza.
Così, a meno di un anno dalla sua scomparsa, il 14 maggio 2016, con l’approvazione del Consiglio di Istituto, decidemmo di intitolare a fratel Arturo il Teatro della Scuola Chelini, grazie al prezioso sostegno del Fondo documentazione Arturo Paoli.
Dal nome comune al Nome Proprio
L’Istituto comprensivo “Lucca 6”, di fatto, non aveva un nome proprio, a identificarlo, infatti, era solo un numero. Ma, si sa, i numeri indicano una quantità, una misura, un ordine di classifica, non dicono chi sei, cosa fai, cosa pensi, cosa desideri, dove stai andando. È il nome, il nome proprio quello che ti fa esistere, ti fa riconoscere nel tuo posto nel mondo. Tuttavia, pur senza “nome”, avevamo cominciato a scrivere la nostra storia.Avevamo camminato acquistando una forma che raccontava un“NOI”, un collettivo fatto di persone, adulti e bambini, con i loro desideri, emozioni, idee, bisogni, una comunità cresciuta coltivando il sentimento di appartenenza, creando una comune grammatica del fare ed essere Scuola.Camminando, avevamo cercato di costruire un luogo di istruzione e di educazione che desse “a tutti in base ai bisogni di ciascuno”, affinché nessun bambino e nessuna bambina, nessun ragazzo e nessuna ragazza mancasse all’appello.
Nel 2021 è stato chiesto a ogni Istituto comprensivo di scegliere un nome proprio in sostituzione del numero con cui erano stati inizialmente identificati. Quale nome poteva rappresentare i valori che ispiravano la nostra azione educativa e la nostra visione di vita? Quale nome “illustre”, di uomo o di donna, magari proprio di questa terra, poteva raccontare di “NOI” e, al contempo, essere riconosciuto e vissuto nella memoria di una comunità?
Il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto hanno così individuato con una scelta consapevole il “nome proprio” con cui le nove scuole dell’Istituto comprensivo si sarebbero presentate alla città: “Fratel Arturo Paoli”.
Si è avviata quindi la procedura per l’intitolazione che, grazie alla collaborazione fattiva dell’Amministrazione Comunale e in particolare dell’assessora Ilaria Vietina,si è conclusa con il decreto dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Lucca e Massa del 18 febbraio 2022 sancendo la nascita dell’Istituto Comprensivo“Fratel Arturo Paoli”.
L’effettiva intitolazione è avvenuta con una cerimonia, all’inizio dell’anno scolastico 2022/23, con l’intervento del DS in Collegio dei docenti, i saluti delle autorità intervenute e l’apposizione di una targa di marmo all’ingresso della scuola media Chelini, nel quartiere San Vito. Alla manifestazione hanno partecipato la Fondazione Banca del Monte di Lucca, donatrice della targa, e il Fondo documentazione Arturo Paoli, S.E. l’Arcivescovo di Lucca, L’UST di Lucca, rapprsentanti del Comune di Lucca
Tutto il mese di settembre 2022 è stato animato dal Progetto “Sulle tracce di Arturo Paoli” caratterizzato da momenti di riflessione e altri di festa: il collegio docenti ha vissuto una giornata di formazione, a cura di Silvia Pettiti, sulla figura di Arturo a cura del Fondo Arturo Paoli, cui è seguita la visita ai locali del Fondo stesso nel Palazzo delle Esposizioni di piazza San Martino. Poi la visita alla “casa Beato Charles de Foucauld” e al cimitero di San Martino in Vignale. Intanto, con l’inizio delle attività didattiche, tutte le classi hanno lavorato e prodotto materiali creativi dedicati alla storia di vita di fratel Arturo. Infine il 29 settembre nella chiesa di San Francesco si è celebrata la prima “Giornata dell’Interdipendenza”, istituita dagli organi collegiali dell’Istituto Fratel Arturo Paoli,con l’esposizione di tutti i lavori realizzati dai bambini e dalle bambine nel chiostro della chiesa. Un paio di mesi dopo abbiamo avuto la soddisfazione di ricevere una lettera da papa Francesco che si complimentava e ci rivolgeva i suoi auguri, ricordando l’incontro con fratel Arturo nel gennaio del 2014, che era stato ricevuto nella casa di Santa Marta in Vaticano in una giornata certamente memorabile per entrambi.
La consapevolezza e la responsabilità
Con il passare degli anni,siamo ancora più consapevoli del valore della scelta che abbiamo fatto, ma anche della responsabilità che ci siamo assunti. Fratel Arturo Paoli non è solo il nome scritto sulla targa d’ingresso, sul sito internet, sulla carta intestata della scuola. È il nome che racconta di una persona, che chiede, crea attese, interroga, apre sentieri tra le incertezze del tempo che stiamo vivendo. Un tempo inquieto, segnato dal consumismo e dall’individualismo, dall’apparire che sfalda le appartenenze.
Ma la Scuola può essere un laboratorio di umanità. Abbiamo la possibilità di fare dell’ora di lezione la nostra scommessa per vincere quel “Noi” a cui apparteniamo, per coltivare la bellezza in ognuna delle classi e delle scuole che appartengono al nostro Istituto comprensivo, per dare senso al tempo che viviamo ogni mattina con i nostri studenti.
Ma, come dice il poeta argentino Jorge Borges, in certi momenti il senso non conta, contano i legami.
E allora, forti dei legami che abbiamo tessuto tra le mura delle nostre scuole, con rinnovata energia e passione,vogliamo continuare l’opera di costruzione della nostra Scuola, per fare della nostra azione educativa un’opera d’arte e per fare della scuola la “Bella Scuola”.
Faremo questo cammino lanciando ponti e costruendo alleanze, innanzitutto con i nostri preziosi compagni di viaggio: l’associazione AFA di Foz do Iguçu, il Fondo documentazione Arturo Paoli, l’Associazione Amici di Fratel Arturo Paoli, e soprattutto con i genitori, le famiglie, i luoghi di vita dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che vivono e sono protagonisti della nostra Scuola.
Lo faremo in nome della nostra Costituzione, che vuole la scuola pubblica e laica, democratica e inclusiva. Lo faremo col nome di Fratel Arturo Paoli, certi di incontrare tracce della sua storia e della sua vita lungo le strade che percorreremo…Camminando, s’apre cammino.
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